200 miliardi di investimenti privati senza fare debito


Valdis Dombrovskis, commissario agli Affari economici, annuncia che l’Unione Europea è “pronta a reagire in modo proporzionato” ai dazi statunitensi. Sono le sue parole nella conferenza stampa alla fine della riunione dell’Eurogruppo, la riunione dei ministri delle Finanze dei 20 Stati europei che adottano l’euro. Dombrovskis sottolinea che “le tensioni commerciali hanno effetti profondamente negativi a livello globale”.

Paschal Donohoe, presidente dell’Eurogruppo, aggiunge che “c’è una situazione molto dinamica e incerta. C’è un’evidente incertezza per quanto riguarda i dazi e il commercio, incertezza per quanto riguarda la situazione della sicurezza in Europa e incertezza per quanto riguarda l’impatto di tutti questi sviluppi sulla crescita e sugli investimenti. È quindi importante sottolineare che l’economia dell’area euro continua a essere resiliente”.

Dombrovskis: “Viviamo una fase di incertezza”

Gli fa eco il commissario lettone agli Affari economici, secondo cui “la brutale invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia continua a causare incertezza e a rappresentare una seria sfida per l’economia e la sicurezza dell’Europa. Sembra che non possiamo più contare su partner strategici di lunga data, anche per la nostra sicurezza”.

Come sintetizza Dombrovskis: “Questa forte incertezza sta già avendo un impatto significativo sull’attività economica, in particolare sulla debolezza degli investimenti. Nonostante questo contesto difficile, i dati pubblicati di recente confermano che l’economia dell’Ue sta mostrando una notevole resistenza, con un miglioramento del sentimento economico e una buona tenuta del mercato del lavoro”.

Giancarlo Giorgetti a Bruxelles (ansa)

Il piano italiano: 17 miliardi per liberarne 200

Durante la cena a Bruxelles dopo l’Eurogruppo, Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia italiano, ha presentato un programma per mobilitare 200 miliardi di euro di investimenti privati nel settore della difesa nel giro di qualche anno.

L’obiettivo di Giorgetti è coinvolgere l’industria privata, sfruttando una garanzia pubblica da quasi 17 miliardi di euro, per mobilitare 200 miliardi nell’arco di tre-cinque anni, con una leva di 12. Un modo per consentire massicci investimenti nel settore della difesa, senza appesantire i bilanci pubblici degli Stati europei.

Le altre proposte per la difesa europea

Ma quella dell’Italia non è l’unica proposta per la Difesa sul tavolo dei 20 ministri dell’area euro. È lo stesso Dombrovskis a illustrare i contenuti dei diversi progetti per incoraggiare gli investimenti europei per la difesa: “Stiamo proponendo una capacità di prestito aggiuntiva di 150 miliardi di euro garantita dal bilancio dell’Ue, una flessibilità fiscale aggiuntiva e una revisione di medio termine della politica di coesione per utilizzare anche i fondi di coesione per rafforzare la sicurezza degli Stati membri”.

Stiamo esaminando il ruolo che può svolgere la Banca europea per gli investimenti, che sta lavorando al suo piano d’azione per la sicurezza e la difesa”, rivela Dombrovskis, che poi spiega: “Stiamo esaminando che cosa si possa fare attraverso la mobilitazione con capitale privato. E non dovremmo dimenticare la capacità di prestito, che è presente nel Mes, poiché potrebbe essere utilizzata anche qui”.

Il commissario Ue sottolinea che per aumentare gli investimenti nella difesa “abbiamo bisogno di reagire ora. Per questo motivo proponiamo di utilizzare le possibilità già presenti nella nuova normativa fiscale, ovvero l’attivazione delle clausole nazionali di salvaguardia”.

La sede centrale dell'UE a Bruxelles

La sede centrale dell’UE a Bruxelles (AFP)

“ReArm Europe può incentivare l’occupazione”

La sostenibilità degli investimenti per la difesa europea sarebbe rafforzata dalla capacità di generare Pil. Come spiega Dombrovskis, “il piano ReArm Europe proposto ha il potenziale per mobilitare 800 miliardi di euro, fornendo un significativo impulso fiscale che potrebbe avere un impatto positivo anche sulle prospettive di crescita e occupazione. Le nostre politiche collettive avranno un impatto cruciale sui percorsi di crescita dell’Ue e sulla resilienza economica negli anni a venire”.

Euro digitale: “Una valuta sicura”

Tra i temi all’ordine del giorno dell’Eurogruppo anche la valuta elettronica. Il presidente Donohoe stempera i timori di una parte dell’opinione pubblica: “Sull’euro digitale, sebbene comprenda le preoccupazioni che alcuni hanno, perché è associato con la valuta, va ricordato che avrà alle sue spalle la Bce e la legge che è creata nell’Unione europea ed è un mezzo di pagamento più sicuro di altri mezzi di pagamento digitali”. 

D’accordo con lui Dombrovskis, secondo cui “è importante fare progressi sull’euro digitale. È giusto ricordare che ci sono anche alcune preoccupazioni dei cittadini, che sono legate alla percezione che starebbe lì per rimpiazzare il contante. Ma abbiamo detto molto chiaramente che non servirebbe a rimpiazzare il contante, ma per complementarlo. Stiamo anche facendo alcune proposte per rafforzare il corso legale del contante”.

Esclusa una revisione del patto di stabilità

Dombrovskis esclude invece che sia in arrivo una revisione del Patto di stabilità: “La Commissione Ue non suggerisce di ricominciare a rivedere le nostre regole fiscali in questa fase. In primo luogo abbiamo concluso questo lavoro meno di un anno fa e inoltre richiederebbe tempo in ogni caso”.



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