Liguria. Entreranno in vigore dal primo gennaio 2025 le nuove norme relative agli affitti brevi. Misure volute dal governo che hanno scatenato il dibattito e che, ovviamente, avranno ripercussioni anche in provincia di Savona, dove gli appartamenti ad uso turistico sono oltre 12 mila, secondo i dati Fiaip.
Le principali novità, oltre alla necessità di avere il codice identificativo nazionale, sono il divieto di utilizzare le tanto contestate key box, le scatole munite di codice numerico che consentono di effettuare il check-in in autonomia, senza la presenza fisica del titolare della struttura, e l’obbligo di identificazione diretta per chi prenota un bed&breakfast, un appartamento o una stanza con le piattaforme elettroniche.
A stabilirlo è una circolare del dipartimento della Pubblica Sicurezza che, con l’avvicinarsi del nuovo anno, ha inevitabilmente suscitato una bufera di polemiche. Anche in provincia di Savona, infatti, le key box sono diventate ormai parte integrante dell’arredo cittadino, soprattutto nei Comuni più turistici, proliferando come funghi ai lati di portoni e cancelli. E se c’è chi da tempo chiede che vengano regolamentate – e con esse anche l’impiego degli appartamenti come case vacanza, con conseguente penuria di case da adibire ad abitazione stabile – c’è chi invece è preoccupato per le ricadute che il divieto di usarle potrà avere sul comparto turistico e ricettivo.
L’ultima voce ad alzarsi contro la stretta, che prevede che il gestore della struttura incontri fisicamente la persona che ha prenotato e faccia il check-in fisico, è Ape Confedilizia, l’associazione italiana di proprietari immobiliari: “In tutto il territorio ligure il fenomeno degli affitti brevi è in continua crescita e coloro che acquistano un immobile per investimento si rivolgono sempre di più a questo segmento di mercato”, sottolineano Vincenzo Nasini e Paolo Prato, rispettivamente presidente di Ape Confedilizia Genova e Imperia, che invitano a “non colpevolizzare i proprietari casa e demonizzare gli affitti brevi. Oggi c’è posto per tutti, il comparto alberghiero cresce e non viene schiacciato da quello extra-alberghiero. Anche i tipi di clientela sono differenti”.
Quanti sono gli appartamenti a uso turistico nel savonese e in Liguria
Attualmente gli appartamenti ammobiliati registrati a uso turistico (AAUT) in provincia di Savona, secondo Fiaip, sono 12.564, in Liguria 41.806. Appartamenti che, fanno notare da Ape Confedilizia, rispondono a una forte domanda turistica “e che, quindi, portano soldi e ricchezza alla Liguria. Eppure, di fronte a un fatto incontestabile, da tempo diverse categorie chiedono di limitare o vietare gli affitti brevi. Altri ancora chiedono regolamentare il fenomeno perché fuori controllo. Gli affitti brevi sarebbero la causa principale del rincaro degli affitti abitativi e dell’emergenza casa, causa di concorrenza sleale nei confronti degli albergatori, dello spopolamento dei centri storici ed in generale dell’overturism. È vero invece il contrario. È la proprietà immobiliare ad essere sotto attacco”.
“La stretta del Viminale sulle keybox e pulsantiere e l’introduzione del self check-in comporta un ulteriore aggravio sui proprietari degli immobili. Non è limitando e frenando i fenomeni in crescita come gli affitti brevi che si favorisce lo sviluppo economico. Colpire gli affitti brevi è un autogol per il turismo e più in generale per l’economia di Genova e della Liguria”, concludono Nasini e Prato.
Stop al check-in a distanza
Il provvedimento, emanato “per ragioni di sicurezza”, visti gli eventi internazionali in programma nei prossimi mesi in Italia a partire dal Giubileo, che inizierà il 24 dicembre, riguarda ogni tipo di struttura ricettiva, ma le maggiori ripercussioni si avranno ovviamente sugli immobili adibiti ad affitti brevi, i cui proprietari da tempo utilizzano la modalità della richiesta e invio dei documenti in forma digitale così da fornire poi agli ospiti il codice di accesso alle key box e ottenere la chiave.
In questo modo non è richiesta presenza fisica nella struttura, e chi arriva può entrare in autonomia a qualsiasi ora del giorno o della notte. Resta però il problema dell’identificazione, e la garanzia che all’immobile acceda effettivamente la persona che ha prenotato.
Riviera savonese “invasa” dai lucchetti
Anche nella nostra provincia, soprattutto in Riviera, questa pratica si sta diffondendo. E non mancano casi in cui residenti e commercianti lamentano una generale “desertificazione” della zona, abbandonata dai residenti stabili per lasciare spazio a turisti che si trattengono qualche giorno e poi ripartono, sfruttando appartamenti cui possono accedere, appunto, con la key box.
Nonostante sia da sempre votata all’accoglienza turistica, ad esempio, ad Alassio il fenomeno delle key box pare non essere molto diffuso, come conferma l’assessore al turismo Angelo Galtieri: “Ad Alassio abbiamo alcuni B&B, ma qui i turisti sono portati a fare soggiorni più lunghi, quindi il fenomeno key box è molto limitato per non dire inesistente. Ed è un bene perché chi li utilizza offre da una parte un prezzo più competitivo, ma senza sicurezza né presidi”.
Emblematico il caso di Camogli il cui sindaco, in pieno agosto, ha deciso di vietarle prevedendo multe sino a 500 euro.
Quante sono le strutture non in regola
Stando a una stima della Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, intanto, a meno di un mese dall’entrata in vigore delle nuove norme in Liguria oggi sarebbero in regola poco più del 55,90% delle strutture. Il neo assessore regionale al Turismo, Luca Lombardi, ha assicurato che la Regione sta “adottando tutte le misure necessarie per agevolare l’adeguamento da parte delle strutture ricettive e delle locazioni turistiche alla nuova normativa. I nostri uffici hanno già inviato una comunicazione massiva ai locatori, fornendo indicazioni chiare sugli obblighi e semplificando le procedure per ottenere il Codice Identificativo Nazionale (Cin)”.
“È fondamentale coinvolgere Comuni, associazioni di categoria e stakeholder locali per garantire un adeguamento efficace e condiviso – prosegue Lombardi – L’obiettivo è costruire un sistema che non sia solo rispettoso della legge, ma che contribuisca a valorizzare e qualificare il nostro turismo. L’introduzione del Cin rappresenta uno strumento cruciale per combattere l’abusivismo e migliorare la competitività dell’offerta turistica. La Liguria è sempre stata un modello di riferimento nel settore: siamo stati i primi in Italia a introdurre il codice Citra (Codice identificativo turistico regionale appartamenti) per le locazioni turistiche, un passo importante che oggi si integra perfettamente con il nuovo quadro normativo”.
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