Persino alcune oche erano messe a guardia dei nascondigli di campagna dove erano occultati i carichi di droga. È uno dei particolari più sorprendenti emersi dalla brillante operazione dei Carabinieri, che nella mattinata di venerdì 6 dicembre ha portato all’arresto di 21 persone (undici condotte in carcere e dieci agli arresti domiciliari). L’operazione è stata condotta fra Taranto, Bari, Brindisi, Lecce, Foggia e Cosenza.
Secondo i pubblici misteri Milto De Nozza, della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, e Francesco Ciardo, della Procura della Repubblica di Taranto, le persone arrestate farebbero parte di una associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, così come emerso dalla meticolosa e complessa indagine condotta dai militari della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto.
Alle prime luci dell’alba è scattato il blitz al quale hanno preso parte i militari della Compagnia di Taranto, con il supporto del personale del Nucleo Investigativo, delle Unità Cinofile di Bari e Potenza, dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, del 6° Nucleo Elicotteri e dei Carabinieri degli altri Comandi Provinciali. L’accusa è nei confronti degli indagati è di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti pluriaggravata dall’essere i partecipi in numero superiore a dieci e dall’avere la disponibilità di armi”.
Le indagini, come ha spiegato ai giornalisti il Comandante Provinciale dell’Arma, colonnello Antonio Marinucci, sono state avviate nel marzo del 2021, quando i militari del Nucleo Operativo Radio Mobile sequestrarono un chilo di eroina nel condominio abitato da Giovanni Leone, padre di Vincenzo e Cosimo Leone, quest’ultimo ritenuto il principale riferimento del gruppo. In quella occasione furono sequestrati anche 5.500 euro considerati connessi all’attività di spaccio. Da quel sequestro ha preso le mosse l’attività investigativa che, nelle sue diverse fasi è sfociata nel blitz del 6 dicembre. Anche se questo potrebbe essere solo il primo atto di possibili futuri sviluppi dal momento che all’attenzione degli inquirenti ci sono cinquantacinque persone. Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo si riforniva nelle piazze di Brindisi e Bari per poi smerciare la droga in altre piazze di spaccio. Pur provenendo gran parte degli indagati da quartieri periferici, l’obiettivo della presunta associazione era quello di gestire l’attività di spaccio nel Borgo, cioè nel cuore di Taranto.
Un secondo filone di indagine era scaturito ad agosto 2022, a seguito di un ulteriore arresto in flagranza di reato con il sequestro di 250 grammi di cocaina.
«Abbiamo inferto – ha detto il colonnello Marinucci – un duro colpo alla criminalità organizzata tarantina a riprova del nostro impegno per disarticolare forme di finanziamento delle associazioni criminali. Questa operazione è un momento di risposta alle richieste di legalità che arrivano dalla cittadinanza». Diversi gli stratagemmi utilizzati dall’organizzazione per eludere il controllo delle forze dell’ordine. Delle oche, utilizzate come sentinelle per segnalare presenze estranee si è già detto. Ma lungo i percorsi del traffico era organizzato un sistema di staffette e vedette per proteggere l’attività del gruppo. Persino le autovetture utilizzate erano allestite con meccanismi che consentivano l’apertura di alcuni vani solo attraverso particolari sistemi automatici. Quasi una roba da film di James Bond. In alcuni casi i carichi di droga erano custoditi da insospettabili anziani proprio per allontanare il sospetto che intorno a queste persone potesse ruotare il traffico degli stupefacenti. Le attività di spaccio si sarebbero consumate anche all’interno della casa circondariale.
«I contatti con il carcere – come hanno rivelato il capitano Francesca Romana Fiorentini, comandante della Compagnia di Taranto, e il capitano Vito De Cesare, comandante del Nucleo Investigativo – erano frequenti. Le richieste provenivano dall’interno e le forniture servivano per essere distribuite ad uso dei detenuti».
Tutte attività smascherate nei due anni di indagine condotte anche con metodi tradizionali e non solo attraverso l’uso di strumenti tecnologici. Le attività dei militari dell’Arma, infatti, sono state condotte attraverso intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali (oltre 30.000 comunicazioni), supportate però da numerosissimi servizi di osservazione controllo e pedinamento, attuati anche mediante l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza collocati sulle principali vie della città. Secondo la stima degli investigatori, la vendita di droga avrebbe fruttato un volume di affari di circa 500.000 euro.
GLI ARRESTATI
In carcere sono finiti: Cosimo Leone, Vincenzo Leone, Giovanni Leone, Vincenzo Basile, Cosimo Carriero, Michele Costantino, Pasquale Lupoli, Giovanni Marzulli Davide Nigro, Marco Semeraro, Francesco D’Angiulli. Ai domiciliari: Veronica Giudetti, Teresa Malizia, Valentina Petruzzella Scarcia, Anna Maria Quaranta, Angelo Briganti, Massimo Catapano, Carmine Eramo, Cosimo Friuli, Carmelo Nigro e Cristian Sorce.
IL VOLTO IMPRENDITORIALE DEL SODALIZIO
L’indagine sfociata negli arresti eseguiti dai Carabinieri ha consentito di accertare come il presunto sodalizio criminale avesse diversificato i propri interessi e riciclato i proventi delle attivita illecite, reinvestendoli attraverso l’avviamento e la gestione di attivita imprenditoriali.
Secondo quanto emerso, si sarebbe di fronte ad una vera e propria struttura, con promotore, finanziatore, gestore e proprietario occulto delle attivita imprenditoriali; promotore e curatore degli aspetti amministrativo/finanziari, collaboratori e prestanome.
Tre le società che avrebbero fatto parte della galassia individuata dagli investigatori, costituite periodo intercorso tra ottobre e dicembre 2022.
Viene accreditata l’ipotesi che le aziende, siano state il frutto dell’investimento di capitali di provenienza illecita. Una delle società esercita l’attivita di vendita al dettaglio e all’ingrosso di auto nuove ed usate, noleggio di autovetture senza conducente.
Un’altra società esercita l’attivita di call center, commercializzazione di energia elettrica, patronato CAF; la terza è attiva nell’edilizia.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link