Il 13 novembre scorso la Commissione europea ha eletto Torino European Capital of Innovation Awards assegnandole il Premio iCapital che promuove le smart city europee in grado di sviluppare i migliori modelli di innovazione urbana. Il capoluogo piemontese ha superato la città di Espoo, nota per ospitare il 50% delle start-up finlandesi, e la stimolante contea metropolitana di West Midlands nel Regno Unito, affermandosi come leader nella promozione di ecosistemi innovativi, inclusivi e dinamici.
In che modo e con quali progetti Torino è diventata una delle più promettenti smart city in Europa? E come può il suo esempio ispirare altre città italiane a superare le difficoltà nel percorso verso città intelligenti e sostenibili?
Torino: com’è diventata il modello di innovazione urbana in Europa?
Il successo di Torino come smart city innovativa si basa su un modello che integra pubblico e privato in progetti di mobilità sostenibile, rigenerazione urbana e sviluppo tecnologico.
- “Torino City Lab” è un laboratorio aperto alle sperimentazioni di tecnologie emergenti che coinvolge attori locali e internazionali, pubblici e privati. Uno degli ultimi progetti realizzati è TRIPS (Transport Intelligence Platform for Safe Mobility) che utilizza immagini satellitari ad altissima risoluzione, algoritmi di intelligenza artificiale e reti 5G per la gestione intelligente delle infrastrutture e dei flussi di traffico.
- Casa delle tecnologie emergenti di Torino: la Turin House of Emerging Technologies (CTE NEXT) è un hub collaborativo di imprese e ricercatori che, ad esempio attraverso il programma di Urban Testing, mette a disposizione laboratori, spazi urbani per le sperimentazioni tecnologiche.
- “Torino Social Impact” ha lanciato una “Borsa dell’Impatto Sociale”, che mira a creare un mercato di capitali per imprese capaci di generare un impatto sociale positivo misurabile e ha coinvolto tante organizzazioni non profit in progetti di innovazione sociale, come ad esempio Artàporter che si occupa di rigenerazione urbana dando vita a distretti dell’arte e che ultimamente ha riaperto al pubblico il Teatro Macario.
Grazie alla partecipazione di oltre 600 portatori di interesse, tra istituzioni pubbliche, aziende, start-up e organizzazioni non profit, Torino si è trasformata in un ecosistema dinamico e inclusivo. I progetti hanno spaziato dalla smart mobility agli spazi verdi urbani contro i cambiamenti climatici. Il sistema universitario cittadino ha poi offerto un solido supporto alla ricerca nella rinnovazione urbana, rendendo Torino un modello da cui trarre spunto a livello nazionale, al netto delle innegabili carenze strutturali del sistema italiano.
Smart city: cosa frena il loro sviluppo in Italia ed in Europa?
In Europa, si prevede che entro il 2050 l’85% della popolazione vivrà in città, rendendo fondamentale lo sviluppo di città intelligenti e sostenibili a partire dalla mobilità intelligente. Tuttavia, il principale limite è rappresentato dalla scarsità di finanziamenti pubblici e privati.
Anche in Italia, lo sviluppo delle smart city è rallentato da problemi strutturali. Secondo il rapporto “Smart City: il punto di vista dei Comuni italiani” dell’Osservatorio Smart City del Politecnico di Milano, le difficoltà principali riguardano l’eccessiva frammentazione delle politiche urbane e la carenza di fondi, soprattutto per la trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni.
Innovazione urbana: la spinta dal PNRR non basta
Uno dei motori propulsivi della spinta allo sviluppo di città intelligenti resta senz’altro il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che stanzia 9 miliardi di euro per la Rigenerazione Urbana e 2 miliardi per la Mobilità sostenibile e 2,2 miliardi per progetti di Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica. Nonostante i soldi investiti, la mancanza di personale tecnico e amministrativo competente per gestire e attuare questi progetti rimane un ostacolo significativo.
Eppure in questo quadro così difficile la ricerca annuale ICity Rank 2024 ha sottolineato un certo fermento delle amministrazioni locali verso la digitalizzazione e l’innovazione: città come Bergamo, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Modena, Roma e Venezia hanno integrato la tecnologia in tutti gli aspetti di infrastruttura e servizi ed altri 30 Comuni stanno attuando la propria maturità digitale.
Lo stato dell’innovazione urbana delle smart city italiane – Fonte: ICity Rank 2024
Ciò che hanno in comune le città italiane è una vivace partecipazione civica al cambiamento degli spazi urbani: per questo Torino rappresenta un esempio di come far dialogare i finanziatori privati con le istituzioni e guidare al contempo la ricerca; soprattutto attraverso il mondo universitario, rendendolo un terreno fertile per la creazione di start-up innovative per le smart city del futuro.
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