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Far riparare i vestiti e acquistare vintage garantito: si può grazie all’azienda che supporta le case di moda
La piattaforma che Cloov ha realizzato per Atelier Em�

�Affittare gli abiti per gli eventi fa ancora un po’ New York, ma in realt� � molto comodo e, soprattutto, rispettoso delle risorse. Lo � per vestire i bambini, per esempio, perch� permette di seguirne la rapidit� della crescita senza sprechi�, commentano Olimpia Santella e Chiara Airoldi, due giovani imprenditrici laureate in management e in marketing specializzate in moda e sostenibilit�. La possibilit� di utilizzare un “pacchetto indumenti” per due o tre mesi e poi cambiarlo, restituendo il primo per prenderne uno nuovo con taglie diverse, in effetti, potrebbe essere di grande aiuto per i neogenitori. Ma non solo. Anche rispondere alla ricerca di un abito da indossare a un matrimonio, una cena in un posto speciale, un’occasione pubblica senza obbligare all’acquisto di un capo non sfruttabile che poi rischia di prendere polvere nell’armadio o di andare a ingrossare le pile dei rifiuti tessili.

Si chiama Cloov e mira a diventare il punto di riferimento per il settore “abbigliamento sostenibile”. Se le vendite luxury calano del 2 per cento, gli stilisti aggiungono i servizi che piacciono di pi� a Gen Z e Millennials, quelli della riparazione, dell’affitto e dell’acquisto usato. Tutto in maniera ottimizzata

Conto e carta

difficile da pignorare

 

La fashion-tech startup fondata nel 2022 da Santella e Airoldi, Cloov, – che gi� collabora con Atelier Em�, Gruppo Calzedonia, Gruppo Teddy (quello di Terranova) e Angelo Vintage, che ha il pi� grande archivio d’Europa di alta moda vintage – supporta piccole e grandi case di moda nella creazione di piattaforme per mettere a disposizione dei clienti finali i vestiti che sfilano in passerella. Insieme, pu� gestire per loro la logistica necessaria a prelevare il capo dallo stabilimento, recapitarlo a casa dell’affittuario e poi indietro. Allo stesso modo, si occupa di creare uno spazio web in cui mettere in vetrina giacche, gonne e pantaloni destinati al “vintage”: fornisce all’azienda il software sui cui caricarli e poi progetta la rete attraverso cui venderli, spedirli, ritirarli e rimetterli online.

Autoanalisi in azienda

�Tu sai quanti dei tuoi abiti sono in vendita sulle app usate dai consumatori?� chiedono Santella e Airoldi, rispettivamente Ceo e Coo di Cloov, alle case di moda con cui si confrontano. �Di solito ci rispondono che no, non hanno sotto controllo quel mercato. Ma i capi sono i loro, e, soprattutto quando si tratta di grandi firme, crediamo sia importante che le aziende seguano tutto il ciclo. Peraltro, pu� essere importante che i designer abbiano dati anche sulla durabilit� di ci� che progettano e dei materiali che scelgono attraverso, tra le altre cose, le volte in cui ogni abito viene “riusato”, oltre che garantire ai clienti l’autenticit�.

L’ultimo servizio

La novit�, per�, riguarda un altro aspetto: quello della riparazione (e tra l’altro cavalca l’onda della normativa europea sul diritto a richiedere all’azienda il ritiro e, appunto, la riparazione approvata lo scorso aprile). Cloov, con la sua rete di artigiani, � in grado di assicurare alle aziende che ne fanno richiesta anche il servizio di gestione di questo ambito, prendendo in mano un processo che altrimenti rischia di essere tanto frammentato da diventare insostenibile, e facendo sistemare le suole delle scarpe, i colletti delle giacche e le fibbie delle borse in maniera controllata e garantita rispetto alla “soluzione calzolaio” che si pu� trovare in autonomia.

Restare competitivi

�Per la prima volta�, commenta Santella, �si � visto un calo nelle vendite luxury del due per cento, tra 2023 e 2024, anche dovuto, in alcuni casi, da un aumento di prezzo. E allora le aziende devono trovare una strategia per restare competitive garantendo un servizio che si allinea alle richieste di mercato. Noi le supportiamo e puntiamo a diventare la realt� di riferimento in questo ambito, fornendo i software e le reti di supporto�. Il passaggio che manca � uno: �Le aziende stesse devono far sapere ai loro clienti che esistono queste possibilit�, aggiunge Airoldi. �Su questo ogni casa di moda pu� sviluppare la sua strategia�.

Dove c’� da fare un compromesso

La startup, con le sue tecnologie, ha gi� salvato dai cumuli di rifiuti tessili mezzo milione di capi, che invece di finire in discarica sono stati reimmessi sul mercato con modalit� differenti dalle vie tradizionali. Ma che vengono particolarmente apprezzate dalla Gen Z e dai Millennial, che costituiscono il 75 per cento dei clienti. �Stiamo ancora lavorando sul fattore “prossimit�”�, spiegano Santella e Airoldi. �La sostenibilit� � anche fatta da filiere corte e percorsi brevi, ma per aziende che lavorano su grande scala � importante ottimizzare spostamenti e costi. Su questo cerchiamo il compromesso pi� conveniente sotto a tutti gli aspetti�. Ma se per le aziende singole fare queste analisi e trovare le soluzioni migliori � complesso per la grande quantit� di elementi in campo e variabili, Cloov � nata apposta.



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