Fernanda Lessa: “Da modella mi sfondavo di alcol e droga, spendevo mille euro al mese, il cibo mi ha salvata, ora sogno il cinema”

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Classe 1977, nata a Rio de Janeiro, Brasile, Fernanda Lessa è stata una delle top model più famose della seconda metà dei Novanta ma, nonostante il successo, nella sua vita ci sono stati diversi momenti bui, come quelli in cui faceva uso di alcol e droghe arrivando a spendere anche mille euro al mese. A salvarla “è stato il cibo, alleato del benessere fisico e mentale“. A contribuire alla sua ripresa c’è anche l’amore: “Grazie alla tavola e all’amore ho ritrovato me stessa“.

Fernanda Lessa: “Da modella mi sfondavo di alcol e droga”

Fernanda ha sfilato sulle passerelle del prêt-à-porter a New York, Milano e Parigi. Poi è passata alla Haute-couture a Parigi e a Roma. Inoltre è stata la donna copertina di magazine di pregio come Vogue, Marie Claire, Elle, GQ, Maxim. Dopo aver raggiunto un enorme successo internazionale, di lei si sono perse le tracce, quantomeno in Italia.

Ero all’apice della mia carriera, viaggiavo da una parte all’altra del globo, senza mai fermarmi. Non una casa, non una famiglia né un porto sicuro in cui approdare – ha raccontato la modella al Corriere della Sera –. Di amici neppure l’ombra. Mi sono ritrovata a frequentare brutte compagnie, nonostante la mia model agency avesse cercato in tutti i modi di avvertirmi e tenermi alla larga da certa gente“.

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Ho seguito l’andazzo – ha spiegato -. Negli anni Novanta il mondo della moda era piuttosto vizioso: “pippavano” in molte, anche di più. Era un modo per non mangiare e dimagrire. Poi si andava in palestra a sudare. Durante la settimana lavoravo moltissimo. Nel weekend mi sfondavo di alcol e droghe. Mi aiutavano a non sentire la solitudine, ad alleggerire il fardello dei miei problemi. Tra il 2000 e il 2008 sono arrivata a spendere anche mille euro al giorno per farmi. Mentre l’alcol non bastava mai. Una combo devastante“.

Ho cominciato a bere a 14 anni, pian piano ho sviluppato una dipendenza. Sono arrivata a bere fino a tre bottiglie di alcol al giorno. È stato mostruoso perché non esiste cura: devi soltanto smettere. Tra alti e bassi io ne sono uscita grazie a mio marito (l’imprenditore e fotografo Luca Zocchi, ndr): lui è sempre stato al mio fianco, anche nei miei momenti peggiori, e ha dimostrato una grande fiducia in me“.

Da ragazzina mi bullizzavano. Per i miei compagni ero “un sacco di ossa”, “un manico di scopa” e altro ancora tanto ero magra e alta. Non rispondevo certo ai canoni di bellezza brasiliani. Io facevo finta di niente ma poi, una volta a casa di ritorno da scuola, mi isolavo e piangevo. Bere mi confondeva, mi faceva sentire più bella. Oggi, se guardo indietro e ripercorro il mio passato, ci rido sopra, ma la ferita c’è. Impossibile cancellarla“.

Fernanda Lessa: “Ho chiesto aiuto e il cibo mi ha salvata”

Mi sono decisa a chiedere aiuto: ero troppo sola, dovevo prendere in mano la mia vita e svoltare. Il supporto psicologico in questi casi è fondamentale perché non soltanto ti aiuta a rialzarti, ma ti dà consapevolezza. Pian piano mi sono affidata al SerT, il Servizio per le Tossicodipendenze dedicato alla cura, alla prevenzione e alla riabilitazione delle persone che, come me, hanno, tra gli altri, problemi conseguenti all’abuso di uso di sostanze e alcol. Ho ripreso la mia vita. Ne ho passate tante, ma sono fiera dei traguardi raggiunti. Sono persino diventata salutista (ride)“.

Il cibo per me è un dono del cielo. Sono grata per ogni boccone che mangio, cerco di assaporarlo con lentezza coinvolgendo tutti i sensi. È il piacere dell’appagamento. A tavola metto tutto. In un periodo storico in cui i disturbi del comportamento alimentare, bulimia e anoressia sono dilaganti, soprattutto tra i giovani, noi genitori abbiamo il dovere di educare al buon cibo, alla buona tavola, al convivio. Ecco proprio il convivio è il luogo del dialogo: a me è mancato moltissimo. Ai nostri figli non dovrebbe mai capitare“.

Ho curato molto l’alimentazione e scoperto l’importanza delle materie prime che devono essere di ottima qualità. Il che permette di concedersi di tutto: pasta, carne o pesce grigliati, insalate, frutta e verdura di stagione. Per una buongustaia come me è il massimo. Invece, per quanto gustosi possano essere, cerco di evitare o comunque ridurre al lumicino dolci, fritti e formaggi grassi. Sotto consiglio medico ho tolto il lattosio: sto decisamente meglio. E mi prendo del tempo per me: corsa, palestra, attività fisica in generale. È un modo per allenare la mente oltre che il fisico. Senza scorciatoie: non sono per prodotti dimagranti “miracolosi”, io, né per il chirurgo estetico“.

“Sogno il cinema”

Quando sono arrivata in Italia, parecchi anni fa, ho subito avvertito aria di casa. Me ne sono andata solo per motivi lavorativi, ma il vostro Paese resterà per me il più bello del mondo. Oggi? Bazzico in Portogallo: sto rincorrendo il mio sogno. Quello di diventare attrice. Ho saggiato la bellezza di questo lavoro partecipando al cast de “Il punto di rugiada”, film di Marco Risi in cui ho interpretato la nuova moglie di Carlo, uno dei protagonisti. Mi si è aperto un mondo. Proprio grazie a questa pellicola, uscita lo scorso anno, ho deciso di cominciare un nuovo mestiere. Da zero, con umiltà, in un Paese in cui nessuno mi riconosce”.

“Mi piace il percorso che ho fatto in tutti questi anni. Oggi sono una donna consapevole e fortificata nelle mie fragilità. Finalmente so che quando si è nel guado delle difficoltà, bisogna chiedere aiuto senza aspettare di finire nel baratro. Fermarsi, alzare la mano e desiderare un supporto non è debolezza, ma piena coscienza di sé. Credo che sia importante parlarne e trasferire questo messaggio anche ai ragazzi perché sappiano che, se affrontati insieme, i problemi diventano affrontabili. Mi piaccio? Direi piuttosto che mi sento bella, di una bellezza interiore. Continuo a non amare i miei lunghi arti (ride), ma accetto i segni del tempo e della sofferenza che solcano la pelle. Parlano di me, del mio cammino, della mia rinascita“.

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